mercoledì 12 dicembre 2012

Grillo "caccia" Federica Salsi e Giovanni Favia dal M5S: il testo del comunicato

Testo del comunicato apparso sul blog di Beppe Grillo:


"A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l'utilizzo del logo del MoVimento 5 Stelle. Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri." Beppe Grillo

martedì 20 novembre 2012

Nichi Vendola: se fossi premier inizierei dal reddito minimo garantito per i giovani

«L’Italia non è un paese per giovani. È un handicap a cui bisogna rispondere concretamente». Nichi Vendola, presidente della regione Puglia e candidato alle primarie del centrosinistra, risponde all'invito della Repubblica degli Stagisti e nel corso dell'intervista focalizzata sui temi dei giovani e del lavoro spiega le sue proposte per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. «Dobbiamo abbandonare le forme di contrattuali che hanno lasciato inevasa la domanda occupazionale delle giovani generazioni e iniziare da un punto inedito in Italia: il reddito minimo garantito». Il leader di Sinistra Ecologia e Libertà definisce gli stage gratuiti «una vergogna tutta italiana che produce ricchezza inappropriata» e promette che porterebbe con sè in parlamento e a Montecitorio anche giovani under 35 e dottorandi di ricerca, «che hanno sperimentato sulla loro pelle la precarietà».

lunedì 19 novembre 2012

Svizzera-Italia: patto fiscale per Natale

La Svizzera e' "fiduciosa" di raggiungere l'accordo fiscale con l'Italia da sottoporre ai rispettivi governi entro il 21 dicembre. Lo ha sottolineato l'ambasciatore Oscar Knapp, responsabile della Divisione mercati della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali. "I negoziati tra i due Paesi procedono bene - ha affermato Knapp - siamo abbastanza fiduciosi che riusciremo a trovare un accordo da sottoporre ai governi entro il 21 dicembre".
Nel negoziato con l'Italia, come ha spiegato Knapp, ci sono dei punti sui quali si e' gia' trovata una soluzione e altri che sono ancora in discussione, come ad esempio la possibilita' che la Svizzera fornisca all'Italia una lista dei Paesi in cui i clienti italiani potrebbero decidere di trasferire i loro conti attualmente detenuti in Svizzera, come gia' previsto nell'accordo con Germania e Gran Bretagna. Il confronto tra le due delegazioni procede a ritmo serrato e si stanno svolgendo tavoli a livello settimanale, ma al momento non e' previsto un incontro tra i ministri dei due Paesi. Infine, le autorità svizzere fanno sapere che, i  contatti in corso ci sono anche con altri Paesi Ue e non Ue.

mercoledì 14 novembre 2012

Sicilia, M5S restituisce 1,4 mln di rimborsi elettorali

Rimborsi elettorali, il Movimento 5 Stelle dice no e in Sicilia rinuncia a 1,4 milioni di euro. "Oggi con un atto formale ufficializziamo la nostra rinuncia ai rimborsi elettorali. Non si tratta di un mero atto simbolico, ma rinunciamo veramente a una quantità ingente di denaro in un momento in cui la politica si lamenta sempre della carenza di risorse". Così il portavoce regionale del movimento, Giancarlo Cancelleri, si è presentato a Palermo, davanti alla sede dell'Ars, con il fac-simile gigante di un assegno da un milione e 426 mila euro, importo del rimorso elettorale per le regionali in Sicilia, a cui il movimento rinucia.
"Al di là del gesto simbolico - ha chiarito Cancelleri - oggi con un atto formale invieremo alla presidenza della Camera dei deputati e, per conoscenza alla Presidenza dell'Ars, una rinuncia ufficiale ai rimborsi. La nostra speranza è che lo stesso esempio sia seguito dagli altri partiti dando cosi seguito al referendum del '93 con cui i cittadini hanno voluto dire no a finanziamento pubblico ai partiti".

sabato 10 novembre 2012

Primi dieci Paesi in cui è più facile avviare un’impresa...l'Italia è ovviamente all'84° posto

In un periodo di forte crisi come quello attuale, chi sceglie di avviare un’impresa deve non solo pensare al tipo di business in cui lanciarsi ma anche al Paese in cui è preferibile farlo. In momenti economici difficili, infatti, bisogna tener conto anche di fattori come procedure burocratiche, costo della forza lavoro, incidenza delle tasse, ecc. Un aiuto in tal senso arriva dalla World Bank, che nel suo recente report intitolato “Doing business 2013″ ha stilato una vera e propria classifica dei Paesi in cui risulta più facile aprire una nuova impresa. In questa particolare classifica l’Italia figura all’84° posto, una posizione decisamente poco invidiabile e che in molti si aspettavano soprattutto per l’elevato peso della tassazione e per la complicata burocrazia che caratterizza il Paese. Ma passiamo alle prime dieci posizioni della classifica, ovvero ai dieci Paesi in cui, secondo l’indagine della World Bank, è più facile avviare una nuova attività.


1) Nuova Zelanda: in assoluto il Paese in cui è più semplice avviare un nuovo business soprattutto grazie ad una regolamentazione chiara e trasparente e alla snellezza delle procedure;
2) Australia: principalmente per motivazioni analoghe a quelle già citate per la Nuova Zelanda;
3) Canada: in questo Paese la registrazione delle nuove start-up può essere fatta direttamente online, con un notevole risparmio di tempo e di denaro;
4) Singapore: il Paese asiatico risulta ben posizionato in questa graduatoria grazie alla snellezza delle procedure per le start-up
5) Macedonia: il quinto posto per questo paese è considerato dai più una sorpresa, tuttavia gli esperti lo hanno motivato parlando di procedure di registrazione molto semplici e di bassi costi;
6) Hong Kong: anche in questo caso gli esperti hanno ravvisato procedure rapide e snelle per le nuove aziende;
7) Georgia: nel corso degli ultimi anni il Paese ha attuato una modernizzazione del suo sistema burocratico e finanziario;
8) Rwanda: secondo gli esperti è tra i Paesi al mondo in cui è più facile avviare una nuova attività grazie alle procedure veloci e ai costi trascurabili.
9) Biellorussia: Il paese offre tempi brevi e costi molto bassi per chi vuole lanciare una start-up;
10) Irlanda: è considerata la culla di molte start-up grazie ai bassi costi di registrazione e alla legislazione fiscale favorevole.

Roma ladrona? In realtà la capitale e dintorni conta il maggior numero di indigenti del centro Italia


Altro che Roma ladrona. La capitale e dintorni conta il maggior numero di indigenti del centro Italia: sono 400mila le persone che devono far ricorso alle associazioni di volontariato per portare un pasto in tavola. I pacchi alimentari gratuiti sono aumentati in 2 anni del 17%, circa 70mila “nuovi poveri” hanno fatto la fila ai centri Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Banco Opere di Carità. E sono sempre loro, gli ex “normali” ora indigenti: pensionati, famiglie disagiate con figli piccoli, disoccupati.
La soglia di povertà si alza intorno alla Capitale. Secondo il rapporto del “Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2012″, sta crescendo una classe di nuovi poveri - esclusi dal Welfare, provati dalla disoccupazione o dai tagli assistenziali -  a cui soltanto le associazioni di volontariato riescono a dare aiuto. Su base nazionale, sono 3,7 milioni le persone assistite nel 2012 dalla rete di 7 organizzazioni caritative riconosciute dall’Agea (Agenzia per la distribuzione delle eccedenze alimentari in agricoltura): nel 2010 erano 2,7 milioni, un milione in meno.
Ben 400mila persone, ovvero una città grande quanto Firenze o Bologna, si sono messe in coda per la distribuzione di beni alimentari nel solo Lazio. Per il 90%, si tratta di pacchi, contenenti olio, pelati, cibo in scatola, pasta, pane. Diminuisce (in proporzione) l’incidenza dei pasti in mensa, a dimostrazione che i nuovi indigenti hanno possibilità di cucinare (e lo preferiscono), ma non arrivano a fine mese.
Il piano europeo di distribuzione degli alimenti, come ammettono gli stessi ministri dello Sviluppo Economico Corrado Passera e delle Politiche Agricole Mario Catania, è l’unico in grado di aiutare la nuova “classe” di poveri: anziani con pensioni da fame (pari al 16% del totale), famiglie numerose o disagiate che non rientrano nei paletti del welfare, disoccupati o inoccupati. I bambini, tanto per dire, sono il 5% del totale. L’impotenza dell’Amministrazione Pubblica è manifesta e conclamata, in questo ambito: solo gli sforzi dei volontari ed i finanziamenti provenienti dall’Unione Europea rendono possibile questo programma di distribuzione “da ultima spiaggia”.
Eppure, il rischio è che venga interrotto anche questo canale di emergenza. A Bruxelles si parla di tagliare i fondi del programma perché “troppo dispendioso”: sono le voci del rigore già sentite per la Grecia e la Spagna, che ne accettavano il fallimento pur di non intaccare le finanze pubbliche del Nord Europa. Passera e Catania giurano di difendere ad oltranza il piano di distribuzione, e sarà bene che ci riescano. Perché 400mila persone nel solo Lazio sono un popolo, lo stesso popolo dell’articolo 1 della Costituzione Italiana. Non possono essere dimenticati.

lunedì 24 settembre 2012

Hollande: da sogno a illusione!


Neanche il presidente socialista è riuscito a resistere al calo dei consensi che ha investito i maggiori leader europei dopo la loro elezione. Hollande è considerato affidabile da meno della metà dei francesi, il 43% per l’esattezza. A rivelarlo è un sondaggio della Ifop Organisation per il Journal du Dimanche. I dati confermano anche che il 56% degli intervistati non si fida dell’attuale presidente francese, numeri confermati da altre due ricerche. 
Sabato scorso, durante la conferenza stampa con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese ha chiesto di “essere giudicato sui risultati della sua politica, e per questo ci vorrà del tempo. Ci troviamo in una situazione difficile in Europa – ha precisato davanti ai giornalisti –. C’è una crisi importante, la crescita è debole, la disoccupazione dilagante, ma il mio dovere è garantire che, entro la fine del mio mandato, la Francia sia in una condizione migliore rispetto a quando sono stato eletto”.

venerdì 21 settembre 2012

Politica: la moda del "a mia insaputa"


L’elenco dei “non sapevo, lo scoproggi” è lungo e si tratta di nomi sempre importanti. Il primo è lui, Silvio Berlusconi: non sapeva che Rubyrubacuori era minorenne. Sapeva – di contro – che era la nipote di Mubarak, motivo per cui mandò Nicole Minetti in piena notte a prendere la giovin donzella in un commissariato milanese. Il secondo – e non potrebbe essere altrimenti – è l’ex rais Hosni Mubarak, legato a doppio filo con il nostro Paese proprio durante l’età in cui un pensionato dovrebbe essere lasciato in pace: prima di passare a miglior vita, infatti, ha scoperto che il premier italiano gli aveva affibbiato una nipote, a sua insaputa. Poi sono venute le rivolte e la caduta del regime.

giovedì 20 settembre 2012

Censis: 60% under 30 a casa con mamma


Non chiamateli più bamboccioni. Il “vorrei crescere ma non posso” è il vero dramma di una generazione abbandonata dalla politica e sostenuta dai genitori. Il 60,7% degli under 30 vive ancora con mamma e papà. Ma attenzione, non va molto meglio per i più “anziani”: il 25,3% tra i 30 e i 45 anni vive ancora con i genitori. A volte si tratta di una scelta. Spesso è una vera e propria necessità. Oggi l’aspirazione di un trentenne è quella di conquistare un contratto a progetto da 800 euro. Uscire di casa? Impossibile. Altro che generazione 1.000 euro. Tutti in famiglia. 

lunedì 17 settembre 2012

Befera: importante dare caccia agli evasori ma bisogna dare anche un riconoscimento ai contribuenti onesti


Dare un riconoscimento ai contribuenti onesti. È l'idea lanciata da Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia, parlando a un convegno organizzato dalla scuola di didattica Aidea all'università di Economia di Torino.
«Oltre a contrastare i comportamenti scorretti sotto il profilo fiscale - ha argomentato Befera - andrebbero a mio avviso premiati i contribuenti onesti o, più giustamente, occorrerebbe dare ad essi non tanto un ''premio'', quanto piuttosto il riconoscimento che meritano per la loro onestà».

Tutti pronti a difendere il valore legale del diploma che oggi non garantisce più un posto di lavoro


Siamo il fanalino di coda in Europa. Pochi laureati rispetto alla popolazione. Eppure, in Italia chi ha un titolo tasca stenta a trovare un lavoro adeguato alla propria preparazione. Difendiamo strenuamente il valore legale del titolo di studio tanto che il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e al governo dei tecnici sono costretti a fare marcia indietro. Ma un recente rapporto di Confartigianato recita che ben 44.700 laureati quattro anni dopo sono ancora a zonzo. C’è di più: secondo l’ultimo rapporto Ocse il tasso di occupazione tra il 2002 e il 2010 è sceso dall’82,2% al 78,3% per i laureati – nella fascia di età compresa tra i 25 e i 64 anni – mentre tra gli adulti diplomati è rimasto stabile al 72%. La difficoltà dei laureati italiani di trovare un impiego adeguato rientra in un problema più ampio che riguarda il passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro. 

mercoledì 12 settembre 2012

Confartigianato: elenco dei mestieri che i nostri laureati rifiutano


C’è un’Italia che vorrebbe lavorare ma assolutamente e solo nel campo per cui ha studiato. Salvo poi lamentarsi della disoccupazione. Secondo un recentissimo studio pubblicato dalla Confartigianato nel luglio scorso, infatti, sono migliaia i posti di lavoro liberi e le professioni che lamentano carenze di organico. A fronte di una difficoltà che riguarda un’assunzione su quattro nel mondo dell’artigianato, infatti, il nostro Paese fa contare 44.700 laureati in cerca di lavoro a quattro anni dalla laurea. Eppure il lavoro – a ben cercarlo – non manca. Ma è necessario sporcarsi le mani, lasciare a casa i libri per ottenere uno stipendio che molto spesso è anche ben più alto di quello di un laureato alla prima assunzione. E i nomi dei mestieri senza personale richiamano il lavoro manuale e la fatica. I settori “scoperti”. Il settore dove più elevata è la difficoltà di reperimento a causa della scarsità di persone che esercitano la professione – spiegano da Confartigianato – è quella dei pavimentatori e posatori di rivestimenti, “con il 26,6% delle assunzioni previste dal totale delle imprese, artigiane e non, che sono rese difficili dalla scarsità di offerta”. 


Ingroia, un pm verso il Parlamento


Ingroia? C’è da scommetterci che scenderà in politica. Dopo il viaggio in Guatemala, si intende. E l’ipotesi prende corpo anche sui social, con Chicco Testa e Pierluigi Battista che aprono le scommesse: “scommetto 1 a 5 che Ingroia torna per le elezioni”, dice il primo, “può essere, lui è molto disinvolto, non si fa certo prendere da queste fisime istituzionali”, ribatte il secondo. Il tutto mentre il Pinuccio di turno commenta glaciale: “Se Ingroia continua così diventa parlamentare, e un altro lo abbiamo sistemato”. Con una serie di indagini sulla trattativa Stato-Mafia che ancora devono conoscere una concretezza hanno e dove porteranno, l’esito dei mesi trascorsi in roboanti proclama politici da questo e da quel palco, per il magistrato siciliano un risultato potrebbero comunque portarlo: la candidatura. Per ora, però, le cronache registrano solo il richiamo dell’ANM: ”Tutti i magistrati, e soprattutto quelli che svolgono indagini delicatissime devono astenersi da comportamenti che possono offuscare la loro immagine di imparzialità, cioè da comportamenti politici”, ha sottolineato il presidente dell’Anm, Sabelli. Con l’esplicito invito a cambiare la classe dirigente Italiana, “Ingroia si è spinto a fare un’affermazione che ha oggettivamente un contenuto politico”, con il rischio “di appannare la sua immagine di imparzialità”, ammesso che di “imparzialità” si sia mai potuto parlare. Secondo Sabelli, il procuratore aggiunto di Palermo ha anche sbagliato, proprio come Di Matteo, ad assistere in silenzio alla “manifestazione plateale di dissenso nei confronti del capo dello Stato”, avvenuta domenica alla festa del Fatto, il quotidiano vicediretto da Marco Travaglio. “In una situazione così – sottolinea l’Anm – un magistrato deve dissociarsi e allontanarsi”. Quindi, da Sabelli, un invito a tutti i magistrati “a evitare sovraesposizioni e a non mostrarsi sensibili al consenso della piazza”. Ma si vocifera che anche Berlusconi chiesto al pm di scendere in campo: “Lei è bravo, si candidi”, gli avrebbe detto il Cavaliere. La risposta, indiretta, a Berlusconi è arrivata domenica, sottolinea Libero: “Al momento – ha spiegato Ingroia dopo aver fatto un pieno di pubblico alla Festa del Fattoquotidiano- io faccio il pubblico ministero, amo il lavoro che faccio. Come è noto tra qualche mese andrò a ricoprire un incarico delle Nazioni Unite in Guatemala, in linea con il lavoro che ho fatto finora nel contrasto al narcotraffico. Una mia candidatura alle prossime elezioni politiche? E’ troppo presto per parlare di queste cose. Intanto io continuo a fare il mio lavoro. Poi si vedrà”. Da qui al 2013 c’è tempo.

martedì 11 settembre 2012

Governo: multa da 500 euro per chi getta a terra gomme e sigarette

Il Governo vuol fermare quel tipico (e ormai storico) malcostume italiano irrispettoso di vie e piazze, anche quelle di interesse storico o archeologico



Dovrà pagare da un minimo di 100 euro a un massimo di 500 euro chi verrà colto a buttare per strada sigarette o chewingum: è questa l’anticipazione fornita da Agostino Ghiglia (Pdl), relatore del disegno di legge. Il Governo vuol fermare quel tipico (e ormai storico) malcostume italiano irrispettoso di vie e piazze, anche quelle di interesse storico o archeologico. Mozziconi e gomme, inoltre, verranno considerati “rifiuti speciali” e pertanto saranno previste norme speciali per il loro smaltimento, rinviando la concreta attuazione a un decreto del Ministero dell’Ambiente. Sarà inoltre istituita un’apposita raccolta differenziata. I Comuni dovranno installare ai margini delle strade degli opportuni raccoglitori per la raccolta.

lunedì 10 settembre 2012

Partiti: niente più nomi dei leader sul simbolo ma nel M5S il "nome" Grillo fa la differenza!


Caduto Berlusconi, sembra che qualcosa sia davvero cambiato. Non solo a Palazzo Chigi, si intende. Sono passati dieci mesi e, nonostante il Cavaliere promette di ritornare in campo, il berlusconismo sembra comunque arrivato al capolinea. E con lui questa strana seconda Repubblica con la personalizzazione della politica, soprattutto a destra. E pensare che nelle ultime elezioni del 2008 nei vari simboli di lista comparivano i nomi di Berlusconi, Bossi, Casini, Veltroni, Di Pietro e Santanché. Il Pdl ci pensa. Il primo effetto lo si vedrà a queste elezioni. Si ritorna all’antico. Via il nome del leader del partito dal logo. Addirittura nel Pdl, poderosa macchina da guerra del Cavaliere, oggi si sta pensando di togliere la parola “Berlusconi”. Certo, qui dipenderà se il grande capo tenterà effettivamente per la sesta volta di tornare a Palazzo Chigi. Altrimenti non sarà il nome di Alfano a fare la differenza. Ma il segretario sarebbe comunque orientato a mantenere il cognome del Cav nel simbolo, non si sa mai. Lega e Udc “senza leader”. Chi ha invece deciso è Casini: “Via il mio nome dal simbolo”. Verrà sostituito dalla parola “Italia”. La scelta arriva dopo quella presa dalla Lega a luglio. Il Carroccio sostituisce nel logo la parola “Bossi” con “Padania”. Una decisione che non è piaciuta molto a Roberto Maroni ma che rappresenta un giusto compromesso tra le due anime di via Bellerio. La sinistra con i leader. Chi invece non toglierà di certo il nome del proprio leader dal simbolo è l’Idv. Il cognome dell’ex magistrato di Mani Pulite rimane in bella vista nel logo, con caratteri più grandi rispetto al nome del partito. Eppure non era proprio Di Pietro a contestare a Berlusconi di essere “padrone” del suo partito? Anche Sel sembra destinata a mantenere il nome del suo carismatico leader, Nichi Vendola, nel simbolo. Senza di lui è un partito che non c’è. Il “doppio” simbolo del Pd. Strategia particolare quella del Pd. I democratici non hanno mai avuto nel simbolo ufficiale il nome del proprio leader. Ma nel 2008 hanno partecipato alle elezioni con un simbolo modificato con il nome di Veltroni, anche se non particolarmente in risalto. Cosa farà il Partito Democratico per le elezioni del 2013? Per ora non si sa. Si aspettano i risultati delle primarie poi sarà presa una decisione sul simbolo da presentare. Ma forse dipenderà anche dalla legge elettorale con la quale si andrà a votare. La presenza di Grillo. E il MoVimento 5 Stelle? Per ora l’unico simbolo riconosciuto è quello con la dicitura interna “beppegrillo.it”, indirizzo web del blog del comico genovese nel quale i 5 Stelle si organizzano.

venerdì 7 settembre 2012

La moda cresce a dispetto della crisi. +13,6% l'export

Milano capitale della moda italiana, anche in tempi di crisi. Lo affermano le cifre fornite dalla Camera di Commercio di Milano. Un dato che non lascia indifferenti sono i 15 miliardi di fatturato, su circa 100 miliardi a livello nazionale, registrati dalle quasi 13mila aziende di Milano e provincia
Ma forse è l'incremento del 13,6% dell'export il segnale più importante per il mondo della moda meneghina. Milano domina a livello nazionale anche sul piano degli addetti: in Italia sono più di 800mila, di cui ben 70mila, quasi uno su dieci, lavorano nel capoluogo lombardo.

giovedì 6 settembre 2012

Tra la Merkel e Draghi è una vera e propria guerra!


Un piano antispread con la possibilità di acquisti illimitati di bond da parte della Banca Centrale Europea. E’ quanto con ogni probabilità proporrà questa mattina Mario Draghi e fa già storcere il naso alla Germania che con la Merkel fa sapere: voteremo contro. La cancelliera ha fatto sapere che «può accettare» un piano di acquisti di titoli di Stato «temporaneo [...] ma non acquisti illimitati». Una scure sulle possibilità di dare un po’ di ossigeno all’euro e ai Paesi europei. Il piano, inoltre, riguarderebbe però solo i bond governativi a breve termine, con scadenze fino a due o tre anni. Secondo le indiscrezioni rivelate dall’agenzia economica Bloomberg, inoltre, la Bce vorrebbe “sterilizzare” i bond, impedendo così un effetto inflazionistico sull’euro. Ma il presidente della  Bundesbank, Jens Weidmann, con molta probabilità si opporrà all’immissione di liquidità nelle casse dei Paesi deboli mediante l’acquisto dei bond. Dalla Bce, invece, nicchiano. Interpellato sulla questione – scrive il Sole 24 Ore – un portavoce della Bce si è richiamato ad una recente presa di posizione in cui l’istituzione ha affermato che è fuorviante parlare di decisioni che non sono state ancora prese.  Si ricorda che ibond o obbligazioni sono titoli di credito. Si tratta, in buona sostanza, di un prestito concesso dall’investitore (che acquista) all’emittente dei bond: uno stato, un governo, una organizzazione internazionale o una società privata. Per alcuni si è trattato di veri e propri aiuti di Stato. Ma sulla questione le scuole di pensiero sono diverse. A differenza di un’azione, una obbligazione (o bond) non conosce rendimenti incerti  e l’emittente si impegna formalmente a ripagarne il capitale versato e gli interessi periodici previsti in base al tasso prestabilito.

Calcio, via i biglietti gratis ai politici!


Spending review nel calcio. Se le squadre di serie A vedono andar via i più importanti campioni – a tutto vantaggio nelle giovani leve italiche –, anche nelle serie minori si dà una sforbiciata. Non tanto agli stipendi dei calciatori – che non possono essere paragonati a quelli di De Rossi, Marchisio e Buffon – ma alle spese inutili. Ad iniziare dai biglietti gratis ai politici. “I politici devono pagare”. In principio fu il Pescara Calcio, neo promosso in serie A. La società, appena dopo Ferragosto, ha informato i vari politici della città che per la stagione 2012-13 non potrà concedere i 150 ingressi gratuiti dello scorso anno. Si salva solo il sindaco, Luigi Albore Mascia, e l’assessore allo sport, Nicola Ricotta. Per entrare allo stadio Adriatico-Cornacchia, tutti gli altri devono pagare. Ritorsioni e regolamenti. Ma a Pescara è subito rivolta. In molti, che hanno visto i propri privilegi toccati, si sono appellati all’applicazione dell’articolo 26 del regolamento comunale che prevede l’accesso gratuito alle manifestazioni sportive, oltre al sindaco e all’assessore, anche ai consiglieri comunali e agli altri componenti della giunta “al fine di vigilare sul corretto utilizzo dell’impianto”. E c’è anche chi minaccia di far pagare l’occupazione di suolo pubblico alla società. Meno posti alla politica, più posti ai disabili. Il motivo di questi tagli sembra risiedere nella necessità di venire incontro alle esigenze dei disabili che, di punto in bianco, si erano ritrovati con 75 posti in meno rispetto ai 100 della scorsa stagione. Dopo le loro proteste la società ha deciso di tagliare i biglietti omaggio proprio a chi ha più possibilità di pagare l’ingresso allo stadio. A Viterbo via biglietti gratis, sì agli sconti. Sull’esempio del Pescara, anche la Viterbese – che oggi milita nel campionato di serie D – ha deciso di tagliare tutti i biglietti gratis per i politici. Il motivo è semplice: “Dare un segnale agli sportivi e ai cittadini che, in questo momento di pesante congiuntura economica sono costretti a grandi sacrifici per seguire la squadra”, spiega la dirigenza della squadra. Ma anche per “contenere i prezzi a favore delle famiglie, degli anziani e dei ragazzi”. Infatti, con questa sforbiciata, la Viterbese garantisce consistenti sconti “famiglia”, riduzioni per giovani, donne e anziani.

martedì 4 settembre 2012

Bbc: nell'ultimo periodo Michael Jackson era ubriaco e scoraggiato

Nell'ultimo periodo della sua vita Michael Jackson era ubriaco e scoraggiato. Lo rivelano, a quanto riferisce il sito della Bbc, le 250 e-mail che si sono scambiati Tim Leiweke, presidente della societa' Anschutz Entertainment Group (Aeg) e il promoter del re del pop, Randy Philips, in occasione dei 50 concerti che Jackson avrebbe dovuto tenere nel 2009. Di queste mail e' entrato in possesso il quotidiano 'Los Angeles Times'.


Motorizzazione: non si ferma crollo immatricolazioni auto, -20,23% ad agosto

Non si ferma, come previsto, il crollo delle immatricolazioni che sul mercato italiano hanno fatto segnare ad agosto un calo del 20,23% rispetto allo stesso mese del 2011, con appena 56.447 auto nuove. Lo comunica la Motorizzazione che segnala anche un calo dei trasferimenti di proprieta' di auto usate, scese il mese scorso a 232.980, il 9,38% in meno rispetto a un anno fa.

L’aumento degli affitti, innescato dall’IMU, e il crollo dei consumi provocheranno la chiusura 150mila negozi nel 2012


Aumento medio degli affitti e crollo dei consumi, un mix devastante che rischia di mettere in ginocchio il settore del commercio, nel particolare i negozi le botteghe artigiane italiane. Ilgrido d’allarme è lanciato dalla Cgia (Associazione Artigiani Piccole imprese) di Mestre, secondo la quale sono a rischio, nel 2012150mila attività. L’Imu, l’imposta municipale unica che ha sostituito, a partire dal gennaio scorso, sia l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case, che l’Ici ha innescato un aumento degli affitti in fase di rinnovo dei contratti di locazioneTra gli affitti mensili più cari pagati da negozianti e artigiani tra il 2001 e il 2011, secondo una lista stilata dagli artigiani di Mestre, i centri storici di Bari e Genova risultano i più cari (+89,1%) e (+70,1%), seguiti da Torino (+57,4%) e Roma (53,4%). Venezia si piazza al top, in termini assoluti, con i suoi 7.228 euro per un negozio in centro, “solo” 1.794 euro per un’attività in periferia. E proprio l’hinterland delle grandi città ha fatto segnare un aumento importante negli affitti per i piccoli commercianti e gli artigiani: +82,6% a Bari, +57,8 a Torino, +48,4% a Roma, +46,7% a Cagliari. Un costo che è diventato insopportabile per i negozianti – precisa il segretario della CgiaMestre Giuseppe Bertolussi alla Stampa – se si pensa che questo è il risultato degli aumenti dei canoni di locazione negli ultimi dieci anni, delle tasse locali e delle utenze”. Non va meglio per lemicro imprese del commercio e dell’artigianato. Secondo l’Istat, tra il 2005 e il 2011, l’indice delle vendite del commercio fisso al dettaglio è diminuito del 4,7%, mentre le vendite della grande distribuzione sono aumentate del 6,6%. L’impatto maggiore dell’Imu sulla prima casa, invece, rispetto alla media nazionale si è registrato a Bologna (+140 euro, + 67%), seguita da Genova (+27%) e Napoli (+25%). Per la seconda casa, al primo posto si piazza Roma con 325 euro, seguita da Bologna con 319

mercoledì 29 agosto 2012

Internet fa bene o male al confronto di idee?

Alla fine Internet fa bene o male alla contaminazione tra le diverse idee politiche e culturali? La questione, non nuovissima, torna spesso di attualità anche per via della crescita dei due maggiori social network - Facebook e Twitter - e delle diverse esperienze che ciascuno di noi vive in questi mondi virtuali. Ha scritto ad esempio su "Sette" lo scrittore Roberto Cotroneo: «Se compro su Amazon solo un certo tipo di libri, Amazon mi suggerirà libri analoghi. (...) 
Ma in questo modo il mio sapere tende a restringersi a quello che so già. Se posto su Twitter certe informazioni finirò per essere interessante solo per quelli che vogliono leggere proprio quelle informazioni. E allora le idee sono isole in cui riconoscersi e rifugiarsi». La polemica di Cotroneo non è molto diversa da quella di Eli Pariser, l'autore di "The Filter Bubble", secondo il quale la Rete - sempre più personalizzata - rischia di creare stanze chiuse in cui ciascuno entra in contatto solo con posizioni e concetti a lui affini. 
Il problema c'è, ovviamente, ed è utile porlo. Tuttavia il dibattito rischia di partire dall'idea determinista che all'interno del Web i nostri comportamenti siano mossi da meccanismi sui quali possiamo poco incidere con il nostro arbitrio. Non è così. Navigando in Rete - e anche scegliendoci i contatti su Facebook e su Twitter - siamo liberi di scegliere se contaminarci o no con realtà diversissime da noi e con cui prima molto più difficilmente saremmo entrati in contatto. Internet è una megalopoli, sta a ciascuno di noi decidere se restare al sicuro nel proprio quartiere o visitarne anche di nuovi, diversi, lontani.

Btp italiani come mele marce ma vanno sempre a ruba!


Se una mela è marcia, non la compri. Anche se te la offrono a metà prezzo. Questo semplice principio economico (da fruttivendolo) dovrebbe valere anche per l’alta finanza, cioè per i titoli degli Stati. Se un Paese con le casse vuote mi vende una cambiale, può anche promettermi la Luna, io non la compro. Allora, perché tutto quest’allarmismo per l’Italia “che sta per fallire”, se ad ogni asta dei titoli di stato vendiamo fino all’ultimo Bot? Qualcosa non quadra. Quattro su quattro. Negli ultimi 2 mesi, il Tesoro italiano ha indetto 4 aste di titoli per finanziare il proprio debito pubblico, vendendo tutto e impegnandosi a pagare tassi d’interesse non assurdi. Il 26 luglio, gli investitori comprano 2,5 miliardi di Ctz, titoli a 2 anni senza cedola: in cambio, lo Stato gli pagherà un interesse di poco inferiore alla soglia “drammatica” del 5%. A Palazzo Koch tirano il fiato. Il giorno dopo va meglio con i titoli a 6 mesi, meno rischiosi e più appetibili: l’incasso è di 8,5 miliardi di euro, con un tasso di rendimento più “leggero” dello 0,5% rispetto a giugno. Ancora meglio il 30 luglio, quando riusciamo a vendere cambiali (ovvero titoli) a 5 e 10 anni per 5,48 miliardi di euro. Sono i titoli più rischiosi, nessuno li vorrebbe se non fosse certo di ricavarci un rendimento consono. E per prenderli, per averli in portafogli, gli investitori hanno accettato un interesse del 5,94%, contro il 6,20% di giugno (per i Btp a 10 anni). Ultima asta il 13 agosto, il Tesoro piazza 8 miliardi di Bot ad un anno, allo stesso rendimento del mese scorso. Per essere “titoli spazzatura”, quelli italiani si vendono bene. Non sono le dimensioni (del debito) che contano. Perché allora ci continuano a ripetere che “rischiamo di fare la fine della Grecia e della Spagna”? Se siamo sull’orlo della catastrofe, tutti gli investitori (la maggior parte istituzionali, banche e brokers professionisti) sono folli: si son legati la pietra al collo da soli. Il fatto è che la fiducia nell’Italia, sui mercati, è maggiore di quel che ci vogliono far credere. Certamente, il nostro debito pubblico è immenso: a giugno ha raggiunto il record di 1.972 miliardi di euro, pari al 120% del Pil). Ma non è il peggiore. Tanto per dire, il Giappone viaggia da 10 anni tra il 150% e il 250% del suo Pil (vuol dire che per ogni yen prodotto, ha debiti per altri 2 e mezzo…): la Spagna, ormai data per spacciata da molti, ne ha “soltanto” 70%. Quindi non è il debito, da solo, a definire la “crisi”. Rigore contro crescita. Ci continuano a ripetere lo spauracchio dello spread e dei mercati per imporre il rigore. Il Governo è riuscito a far passare in questo modo due manovre finanziarie pesantissime, il Fiscal Compact e misure draconiane sull’occupazione. Ora si rilancia la crescita – a parole – promettendo liberalizzazioni in sanità, poste e beni culturali, interventi espansivi sulla scuola e chissà che altro. Tutto da dimostrare a settembre. Intanto il rigore pesa, i mercati comprano con piacere il nostro debito e lo spread resta a mezz’aria, bomba H in volo che non atterra mai.

Dopo aver fatto lo spalatore, Alemanno fa anche il vigile urbano cacciando abusivi e mendicanti da Piazza di Spagna: il video

Dopo il sindaco “spalatore” con i doposci ai piedi e dopo la versione “giustiziere della notte” sulla moto un po’ Matrix, un po’ Batman, Gianni Alemanno veste i panni del vigile urbano e caccia mendicanti ed abusivi da Piazza di Spagna. Il tutto ripreso dalle telecamere del Comune di Roma Capitale.