mercoledì 29 agosto 2012

Internet fa bene o male al confronto di idee?

Alla fine Internet fa bene o male alla contaminazione tra le diverse idee politiche e culturali? La questione, non nuovissima, torna spesso di attualità anche per via della crescita dei due maggiori social network - Facebook e Twitter - e delle diverse esperienze che ciascuno di noi vive in questi mondi virtuali. Ha scritto ad esempio su "Sette" lo scrittore Roberto Cotroneo: «Se compro su Amazon solo un certo tipo di libri, Amazon mi suggerirà libri analoghi. (...) 
Ma in questo modo il mio sapere tende a restringersi a quello che so già. Se posto su Twitter certe informazioni finirò per essere interessante solo per quelli che vogliono leggere proprio quelle informazioni. E allora le idee sono isole in cui riconoscersi e rifugiarsi». La polemica di Cotroneo non è molto diversa da quella di Eli Pariser, l'autore di "The Filter Bubble", secondo il quale la Rete - sempre più personalizzata - rischia di creare stanze chiuse in cui ciascuno entra in contatto solo con posizioni e concetti a lui affini. 
Il problema c'è, ovviamente, ed è utile porlo. Tuttavia il dibattito rischia di partire dall'idea determinista che all'interno del Web i nostri comportamenti siano mossi da meccanismi sui quali possiamo poco incidere con il nostro arbitrio. Non è così. Navigando in Rete - e anche scegliendoci i contatti su Facebook e su Twitter - siamo liberi di scegliere se contaminarci o no con realtà diversissime da noi e con cui prima molto più difficilmente saremmo entrati in contatto. Internet è una megalopoli, sta a ciascuno di noi decidere se restare al sicuro nel proprio quartiere o visitarne anche di nuovi, diversi, lontani.

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