giovedì 20 settembre 2012

Censis: 60% under 30 a casa con mamma


Non chiamateli più bamboccioni. Il “vorrei crescere ma non posso” è il vero dramma di una generazione abbandonata dalla politica e sostenuta dai genitori. Il 60,7% degli under 30 vive ancora con mamma e papà. Ma attenzione, non va molto meglio per i più “anziani”: il 25,3% tra i 30 e i 45 anni vive ancora con i genitori. A volte si tratta di una scelta. Spesso è una vera e propria necessità. Oggi l’aspirazione di un trentenne è quella di conquistare un contratto a progetto da 800 euro. Uscire di casa? Impossibile. Altro che generazione 1.000 euro. Tutti in famiglia. 


Questa è la drammatica situazione fotografata dal rapporto Coldiretti/Censis “Crisi: vivere insieme, vivere meglio”, dal quale emerge anche che se coabita con la madre il 31% degli italiani, il 42,3% ha comunque la madre che abita nei pressi della propria casa. Inoltre, oltre la metà degli italiani (54%) ha i propri parenti stretti residenti in prossimità, a un massimo di mezz’ora a piedi della propria abitazione. Questa necessità di vicinanza riguarda non solo gli under 30 (il 26,4% abita in prossimità della casa materna), ma anche le persone di età compresa tra i 30 e i 45 anni (il 42,5%), e addirittura i più anziani con età compresa tra i 45 e i 64 anni (il 58,5%). Chi rimane e chi ritorna. Insomma, in tempo di crisi, la famiglia diviene l’unico welfare sostenibile in Italia. Gli under 30 disoccupati o con stipendi minimi e le giovani madri che non riescono a mantenere un lavoro a causa di gravidanze e necessità di accudire i figli (se nel 2003 rappresentavano il 2% delle interruzioni volontarie di lavoro, nel 2009 sono diventate l’8,7%) si rivolgono ai propri genitori per sopravvivere. In tanti non sono mai riusciti a staccarsi da mamma e papà, continuando a vivere una vita da eterni adolescenti. Altri sono addirittura tornati a casa, umiliati e senza speranza.

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